ESG: cos'è e perchè ti riguarda (anche se non sei un'azienda)

Quando senti parlare di ESG, non pensare a un acronimo complicato: è solo un modo per misurare come si comporta un’organizzazione dal punto di vista ambientale (Environmental), nei confronti della società nel suo complesso (Social) e nel modo in cui l’organizzazione stessa viene gestita (Governance). In pratica, l’ESG è una lente che guarda oltre i bilanci: non misura soltanto i profitti, ma anche l’impatto di un’azienda sull’ecosistema naturale, la qualità delle relazioni che essa è in grado di sviluppare con le persone e le comunità che la circondano, e il grado di trasparenza e responsabilità nei suoi processi decisionali interni.

In Europa, nel 2023, è entrata in vigore la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), che obbliga molte aziende a rendere pubblici i dati ESG in modo chiaro, confrontabile e seguendo standard comuni (ESRS). Le prime imprese interessate sono state le grandi aziende già soggette alla precedente direttiva NFRD (circa 12.000 in tutta l’UE). Queste hanno applicato la CSRD ai propri bilanci 2024, pubblicati nella primavera di quest’anno.

Tradotto: d’ora in avanti, meno slogan, più fatti e numeri concreti quando scegli prodotti, servizi o fai investimenti.

Cos'è l'ESG, in parole semplici

E, S, G – tre lettere, tre domande chiave. Pensa all’ESG come a una scheda che aiuta a capire dove un’organizzazione sta facendo bene e dove, invece, potrebbe migliorare.

  • E come Environmental: l’azienda inquina o riduce le emissioni? Utilizza energia pulita? Come gestisce rifiuti e risorse naturali? Implementa politiche specifiche per la tutela dell’ambiente?
  • S come Social: i dipendenti lavorano in sicurezza? Quali sono le condizioni di lavoro? C’è parità salariale e di genere? Come tratta i fornitori? Qual è il suo impatto sulle comunità locali? 
  • G come Governance: chi prende le decisioni? C’è trasparenza, etica e indipendenza nel consiglio di amministrazione (CdA)? Quali meccanismi di controllo implementa l’organizzazione per garantire una corretta gestione interna? 

Non si tratta quindi solo di dettagli per “addetti ai lavori”: sono il metro con cui capire se un’organizzazione è davvero responsabile. Nell’Unione Europea molte imprese devono rendicontare queste informazioni con standard comuni. Questo rende i dati comparabili fra loro e riduce lo spazio per fare affermazioni vaghe, autoreferenziali o persino ingannevoli.

Perchè ti riguarda, subito

Potresti pensare che l’ESG sia un tema che riguarda solo i dirigenti alle prese con i bilanci annuali delle grandi aziende. Ma ti sbagli. L’ESG riguarda anche le scelte che fai ogni giorno. Ecco come:

  • Come consumatore: regole più severe contro i messaggi ambientali vaghi o fuorvianti riducono il rischio di trovarti davanti a slogan tipo “100% ecologico” senza alcuna prova concreta.
  • Come risparmiatore: chi gestisce fondi e prodotti finanziari deve chiarire come integra i fattori ESG, mentre i rating (i punteggi dati alle aziende in base alle loro performance ambientali, sociali e di governance) devono rispettare criteri di qualità e trasparenza definiti a livello europeo.
    Come cittadino e lavoratore: i nuovi standard spingono le imprese a rendicontare aspetti che ti toccano direttamente, come salute e sicurezza, diritti sul lavoro, parità di trattamento e correttezza nelle pratiche di gestione.

Ma c’è un dettaglio importante: la proposta Green Claims Directive, la direttiva europea pensata per rendere più severi i controlli sulle dichiarazioni ambientali dei prodotti, è attualmente in pausa – per ora, la tua protezione dal greenwashing si regge soprattutto sulle norme già attive per consumatori, finanza e rendicontazione.

Come leggere un report... senza annoiarti mortalmente

I report ESG non sono certo romanzi avvincenti, ma seguono un’idea semplice: spiegare che cosa conta davvero e con quali effetti. Parti da qui e, se serve, passa ai numeri.

  1. Cerca la “bussola”: ogni report ESG deve spiegare quali sono i temi più importanti per quell’azienda e perché: è il punto di partenza per interpretare tutto il resto del documento. Di solito si trova nelle prime pagine, spesso in forma di tabella, ed è chiamata analisi di materialità (in inglese: materiality assessment).
  2. Ambiente: emissioni, energia rinnovabile, acqua, rifiuti. Chiediti: ci sono obiettivi misurabili con una scadenza? I dati sono verificati da un soggetto esterno?
  3. Persone e filiera: infortuni, parità salariale, formazione, diritti nella catena di fornitura. Guarda come vanno i trend su più anni, non la foto migliore che ti propina l’azienda.
  4. Come è guidata l’organizzazione: c’è un codice etico? Canali di segnalazione? Indipendenza del CdA? I bonus dei manager sono legati anche a obiettivi sociali o ambientali?
  5. Tempistiche: i primi report con le nuove regole sono appena arrivati sui dati del 2024. Nei prossimi anni il confronto dei dati fra le aziende sarà più facile perché aumenteranno copertura e qualità dei dati a disposizione.

ESG non è un "bollino": ecco cosa c'è dietro

Non basta dire “questa azienda è ESG”. Ci sono strumenti diversi che si incastrano:

  • Tassonomia UE: stabilisce criteri tecnici per dire quando una singola attività (es. un impianto o un edificio) è sostenibile.
  • SFDR: questo acronimo sta per Sustainable Finance Disclosure Regulation (in italiano, Regolamento sull’informativa di finanza sostenibile) ed è il Regolamento (UE) 2019/2088 che obbliga chi vende prodotti finanziari a dire con chiarezza come considera i fattori ambientali e sociali. È una regola di trasparenza, non un premio.

Rating ESG: sono valutazioni di terze parti. In Europa esistono regole che ne richiedono metodi chiari e controlli adeguati; restano opinioni, prendili come indicatori utili, non come verità assoluta.

Checklist rapida

  1. Non fidarti di claim vaghi. Quando leggi “100% green”, cerca numeri e metodi: cosa significa esattamente?
  2. Trova la sezione “temi rilevanti”: se manca, c’è un problema.
  3. Obiettivi con date e stato di avanzamento sono meglio delle frasi generiche.
  4. Controlla se i dati sono stati verificati da un soggetto esterno.
  5. Se investi, leggi i documenti informativi del prodotto (obiettivi, rischi, indicatori).
  6. Quando c’è, guarda la quota di attività allineata ai criteri europei.
  7. Ricorda: i rating ESG aiutano, ma non sono dati incontestabili.

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Domande frequenti

L'ESG è la stessa cosa della "sostenibilità"?

No. “Sostenibilità” è l’idea generale, un concetto più ampio; l’ESG è il modo pratico per misurarla e raccontarla con dati comparabili.

Le aziende sono obbligate a pubblicare questi dati?

Molte sì, nell’UE. Le nuove regole europee chiedono di rendicontare in modo standardizzato, con controlli progressivi sulla qualità delle informazioni.

Mi posso fidare dei rating ESG?

Possono aiutare, ma dipendono dai metodi usati. Nell’UE ci sono regole per renderli più trasparenti, ma vanno letti insieme ai report.

Il greenwashing è vietato?

Sì, le tutele per i consumatori sono state rafforzate. Una proposta di legge specifica sui claim ambientali è, al momento, in pausa, ma le norme già in vigore scoraggiano messaggi vaghi o fuorvianti. Già oggi i claim ingannevoli sono a rischio sanzione.

CSR e ESG sono la stessa cosa?

No. La CSR (Corporate Social Responsibility) è l’approccio volontario con cui un’azienda dimostra impegno sociale e ambientale, spesso attraverso iniziative e progetti. L’ESG (Environmental, Social, Governance) invece è un sistema di misurazione basato su dati e indicatori concreti, sempre più regolamentato in Europa. In breve: la CSR racconta “cosa faccio di buono” e si tratta sostanzialmente di una (buona) pratica di marketing reputazionale, l’ESG invece mostra “quanto sto davvero impattando” con numeri e dati verificabili.

Per saperne di più. Fonti & Data Room

(aggiornato al 7 settembre 2025)

Per approfondire (libri e studi)

  • Robert Sroufe — Integrated Management: How Sustainability Creates Value for Any Business (Routledge, 2018)

  • Chris Laszlo — Sustainable Value: How the World’s Leading Companies Are Doing Well by Doing Good (Routledge, 2008)

  • John Elkington — Cannibals with Forks: The Triple Bottom Line of 21st Century Business (Capstone, 1997)

  • M. Dunfjäll — Materiality in Transition: Challenges and Opportunities in Corporate Sustainability Reporting under the CSRD (European Journal of Risk Regulation, 2025)

  • K. Hummel — An Overview of Corporate Sustainability Reporting and the EU Framework (Journal of Applied Accounting Research, 2024)



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